La scorsa settimana ho partecipato a una serata
dedicata al pisco, un distillato di origine Peruviana.
L’evento è stato organizzato dal Consolato Generale
del Perù di Torino e dal Consejo Regulador Denominacion de Origen Pisco di
Lima, ha ricevuto il patrocinio della FISAR (Federazione Italiana
Sommelier Albergatori e Ristoratori) Nazionale, della Camera di Commercio di
Torino, dell'Associazione Stampa Agroalimentare Italiana, della FISAR in ROSA,
della FISAR Coordinamento Italia Nord Ovest e della FISAR Delegazione di
Torino.
La serata si è svolta presso il centro congressi
"Torino Incontra" una bella location che si è prestata molto bene
all’evento, in particolare la sala dove si è svolto il rinfresco era
caratterizzata da un pavimento che riportava il disegno della veduta aerea del
centro della città.
Alla conferenza a cui hanno partecipato: il sindaco
della città, Piero Fassino, il Console Generale
del Perù a Torino Liliana Gomez de Weston, la
Promotora Cultural del Pisco Consejo Regulador Denominacion de Origen Pisco di
Lima Gladys Torres Urday , il Presidente
Nazionale dei Giornalisti dell'Agroalimentare Italiano-ASA Roberto Rabachino, la Presidente delle Donne
della Grappa Claudia Mazzetti d'Altavilla, la
Referente Nazionale FISAR in ROSA Luisella Rubin.
Si è parlato del ruolo che l’enogastronomia ha
nell’integrazione dei popoli in un paese straniero e di come la conoscenza
delle diverse culture sia fondamentale a questo scopo; di come nei prodotti
tipici si ritrovi il territorio dal quale provengono e di come questi prodotti
siano capaci di farci sentire "a casa".
La signora Claudia Mazzetti d'Altavilla, (la cui
famiglia produce Grappa da 160 anni) ha elencato gli elementi che accomunano la
nostra Grappa al Pisco peruviano, sono infatti entrambi distillati dal potente
grado alcolico, ha parlato di come spesso i distillati siano stati prodotti
pensando al pubblico maschile e di come si stia cercando di allargare il
consumo anche alle donne, attraverso prodotti più morbidi o alla diffusione di
cocktail a base di grappa. Infine ha raccontato come storicamente nella sua
famiglia, la qualità della grappa fosse decretata dall’esame gustativo della
nonna, il “palato fine” della famiglia.
... Ma si è parlato soprattutto del pisco, della sua storia (che incomincia nel XVI secolo), delle sue caratteristiche e di come viene prodotto, dalla coltivazione delle uve alla distillazione, a differenza della grappa che viene prodotta distillando vinacce il pisco viene prodotto distillando il mosto fermentato di particolari uve atte alla sua produzione, non viene mai invecchiato in legno ma solo in contenitori di acciao o vetro.
Infine si è passati alla parte più divertente della
serata: la degustazione.
Erano presenti otto tipologie di pisco provenienti
dalle diverse aree rappresentative del Perù. Si potevano distinguere tre
tipologie fondamentali, quelli prodotti con uve aromatiche, quelli prodotti con
uve non aromatiche e quelli prodotti con blend di uve di tipologie diverse.
Il tutto è stato accompagnato da un rinfresco
curato dallo chef del ristorante Chikenriko di Torino, i piatti tipici
peruviani erano principalmente a base di patate, riso, quinoa, carne.
Il pisco è indubbiamente un distillato molto
interessante, mi ha colpito soprattutto per le sue note olfattive molto intense
e piacevoli.
La serata si è conclusa con il servizio del
pisco sour, un coctail a base di pisco molto fresco e davvero buono!
Mi auguro che il pisco possa diffondersi in Italia,
in modo che tutti possiate avere la possibilità di conoscerlo e di degustarlo
perché credo che assaporare i prodotti enogastronomici di altri paesi, con
culture molto diverse dalla nostra, sia una grande occasione di conoscenza e di
crescita.
Vi lascio qualche foto della serata e vi ringrazio
per aver letto fin qui!