No non sono ubriaca, anche se mi rendo conto che dal titolo di questo post il dubbio possa venire!
In effetti la prima cosa che ho pensato quando ho preso in mano questa bottiglia, è "perchè un nome così difficile?"
Trovo molto carina l'idea di dare un nome di fantasia ad un vino che non rientra in un particolare disciplinare, ma questo sinceramente lo trovo troppo difficile da ricordare, oltre che da pronunciare.
Si tratta di un rosato piemontese molto particolare, infatti per produrlo vengono vinificati insieme tre uvaggi: brachetto, grignolino e moscato. Il vino di base ottenuto viene poi unito ad altri due vini vinificati separatamente, freisa e malvasia.
La vendemmia è 2012 e l'alcolicità 12,5°.
Visto il pout-pourri di uve e vini descritti nella retro-etichetta, vi confesso che ero curiosa di assaggiarlo;
Il colore ricorda la buccia di cipolla con riflessi ramati;
I profumi non sono particolarmente intensi e ricordano la frutta rossa, vista la presenza di uve brachetto e moscato mi aspettavo un'intensità e un'aromaticità che invece in questo vino non sono presenti; In bocca è piacevolmente fresco e abbastanza persistente, una volta deglutito ritornano le note fruttate ed emerge il sentore di lampone. Il retrogusto è leggermente amarognolo.
Un vino discreto, da bere senza pretese ma che può essere piacevole, specialmente come aperitivo.
NOTA: Quanto scritto è frutto
delle mie personali opinioni e non sono pagata da nessuno per parlare bene o
male di un prodotto. Il giudizio non è riferito alla Cantina in generale ma
alla singola bottiglia degustata. Il vino è materia ”Viva” e il suo contenuto può
variare da una bottiglia all’altra (nonostante possano sembrare identiche) per
motivi non imputabili al produttore.